Aggiornamento algoritmo Google, marzo 2019: cosa cambia

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A metà del mese di marzo 2019, Google ha deciso di aggiornare nuovamente il suo algoritmo. Dopo lo scossone di Agosto 2018 che aveva visto numerosi siti veder calare in maniera brusca il proprio posizionamento (e di conseguenza, anche le visite e le conversioni), ecco un nuovo regalo di Mountain Views.

La notizia è passata in sordina a causa dell’aggiornamento di Google Chrome che ha disorientato parecchi utenti, distogliendo anche alcuni esperti del settore dall’analisi capillare delle visite del sito. In ogni caso questo aggiornamento non è una sorpresa: del resto, Google aggiorna il suo algoritmo molte volte al giorno senza che noi comuni mortali possiamo percepirne i cambiamenti. Ogni tanto però, dopo numerosi test superati, decide di dare una svolta e rimescolare le carte della SERP (pagina dei risultati di google).

March 2019 Core Updates

March Core Upgrade

Con tweet, veniamo a sapere del nome dell’aggiornamento dell’algoritmo di Google: March 2019 Core Upgrade. Insomma, è evidente che si tratta di qualcosa che coinvolge la struttura – core – delle pagine o del modo di indicizzarle per Google. In alternativa viene chiamato anche Florida 2: l’upgrade Florida (n.1) era stato rilasciato nel 2000 e il nome era stato un omaggio alla Pubcon Florida SEO Conference, in occasione della quale era stato presentato. L’analogia risiede nel fatto che anche l’aggiornamento dell’algoritmo di Google 2019 è stato mostrato per la prima volta durante una conferenza nella medesima sede: coincidenze?

Florida 2, cosa cambia?

Google ha confermato più volte che i suoi aggiornamenti non sono targettizzati e che quindi il suo intento non è quello di colpire – a turno – una nicchia di mercato, piuttosto che un’altra. Anche se sono passati pochi giorni, si possono già evidenziare alcuni aspetti fondamentali che cambieranno l’aspetto delle SERP:

Più spazio al Search Intent

1Google lavora da mesi al miglioramento del match tra il search intent (ovvero quello che gli utente digitano nella mascherina di ricerca) e il contenuto stesso dell’articolo/sito web. Perché lo fa? la risposta è semplice. Se Google mostra, tra i primi risultati di ricerca nella sua SERP, siti dai contenuti pertinenti con quanto ricercato dall’utente stesso aumenta la user satisfaction.

Distribuzione nei diversi paesi

L’aggiornamento ha colpito tutti i Paesi, ma soprattutto Francia e Germania; in Italia l’aggiornamento è stato lanciato un giorno in ritardo.

Settori penalizzati

Anche se viene sottolineato dai “piani alti” che non c’è un particolare accanimento da parte d Google per alcune categorie, tuttavia – dati alla mano – è evidente che i settori più colpiti sono quelli dell’Automotive, Salute e Animali domestici.

Link Building sfrenata

Siti con una forte attività di Link Building: sembra, inoltre, che tra i siti più penalizzati (almeno in questo primo periodo successivo al lancio di March 2019 Core Upgrade) ci siano anche quelli che – a prescindere dal settore di appartenenza – fossero più ricchi di anchor text SEO frutto di una capillare attività di Link Building. Il problema sembra essere non tanto la presenza del link, ma la qualità del link stesso: è bene non dimenticare che Google, fin dai tempi di Penguin, ha sempre portato avanti una lotta sfrenata alle link farm.

Anzianità del contenuto e del dominio

La data di realizzazione di un contenuto (e soprattutto quella del suo dominio) saranno sicuramente argomento di forte discussione. Per adesso è presto per fare ipotesi, che limiterebbero ad essere supposizioni.

Sicurezza del sito

Si tratta di un fattore di ranking su cui si è spesso dibattuto, senza giungere ad una conclusione. È probabile che con il susseguirsi degli aggiornamenti dell’algoritmo, questo parametro posa diventare rilevate, soprattutto per gli e-commerce o tutti i siti che acquisiscono i dati personali dei propri utenti. Inoltre, dal mio punto di vista, è molto probabile che l’aggiornamento di algoritmo possa essere messo i relazione con quello di Google Chrome.

Aggiornammo di Google Crome: coincidenze?

A pochi giorni di distanza, si è verificato anche l’aggiornamento n.68 di Google Chrome: le modifiche sono visibili sia da Desktop che da Mobile. Il primo elemento che salta all’occhio è come venga data importanza sostanziale alla sicurezza del browser. Non a caso, adesso la scritta “non sicuro” accanto alla barra delle URL compare in rosso in maniera decisamente più visibile. Cosa significa “sito non sicuro”? Questa etichetta è da mettere in relazione all’assenza del protocollo HTTPS.

Rimanendo in tema sicurezza, adesso quando si effettua una ricerca online attraverso Google Chrome, avviene in automatico l’accesso con lo stesso account Google. Come accorgersene? Vedrai in alto a destro la tua immagine di Google e potrai decidere di effettuare il logout o, al contrario, eseguire il login per salvare password o segnalibri.

Come scrivere contenuti per Google, dopo l’aggiornamento 2019?

Alla luce delle informazioni che abbiamo, possiamo sottolineare – ancora una volta – come Google favorisca quei siti che hanno una strategia digital ben costruita e soprattutto basta su contenuti di qualità.

Contenuti di qualità

Il primo consiglio è quindi quello di evitare copia e incolla: non solo se ne accorge il motore di ricerca, ma soprattutto gli utenti non saranno soddisfatti del tuo testo e non torneranno più sul tuo sito (o comunque è molto difficile che questo accada).

Contenuti pertinenti

Non allungare troppo il brodo – anche se gli articoli lunghi hanno ancora il proprio vantaggio in termini di posizionamento. Scrivi quando hai qualcosa da dire e, quando lo fai, ricorda di scrivere una scaletta degli argomenti, in modo che il discorso possa filare in maniera logica e piacevole

Intercetta il search intent

La tua più grande fortuna è quella di poter, potenzialmente, ragionare come uno dei tuoi potenziali clienti. Per questo prova a mettersi nei loro panni e sforzati di pensare a come digiterebbero nella mascherina di ricerca.

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