Once upon a time: storia e evoluzione dell’inbound marketing

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L’ inbound marketing fa tendenza, ogni marketer che si rispetti ne ha sentito parlare almeno una volta: si tratta di una tecnica che nasce in opposizione al marketing tradizionale, l’obiettivo è lo stesso – massimizzare le vendite- ma l’approccio è diametralmente opposto: non è più l’azienda a bombardare il cliente con pubblicità continua, ma è il consumatore stesso a cercare il brand, attratto da contenuti web di qualità.

C’era una volta l’Inbound Marketing

L’idea del termine Inbound Marketing è da attribuire a Brian Halligan Ceo e Co-founder di Hubspot, brand americano produttore di software, che sviluppò questa nuova strategia per differenziare la propria azienda. La pubblicazione del suo libro “Inbound Marketing: Get Found Using Google, Social Media, and Blogs” risale a novembre 2009, da allora l’inbound marketing si è diffuso e ha condotto al successo numerose aziende, sino a diventare oggi un tutt’uno con le altre strategie più tradizionali.

L’idea alla base di questo concetto, molto attuale, anche se non così nuovo, nasce in risposta alle esigenze dei consumatori, sempre più attivi su social, motori di ricerca e blog, che prestano molta più attenzione a recensioni, articoli e opinioni e sono infastiditi dalle tradizionali campagne di advertising. Il nocciolo dell’Inbound Marketing è proprio farsi trovare dal cliente al momento del bisogno, lasciare che sia il consumatore a fare il primo passo digitando su Google ciò di cui a bisogno; all’azienda spetta il difficile compito di farsi trovare:  scalando la pagina dei risultati – la famosa SERP- e posizionandosi tra i primi e creando un profilo sui principali social.

In futuro le tecniche di inbound marketing sono destinate a divenire sempre più mirate grazie al costante sviluppo di algoritmi in grado di selezionare in maniera sempre più precisa il target di riferimento analizzando il comportamento degli utenti sul web e comprendendone gusti, comportamenti ed aspettative, permettendo così alle aziende di effettuare campagne di marketing mirate, su base individuale, con un margine di successo più ampio.

Il metodo Inbound

Per chiarire il funzionamento del metodo inbound non si può non immaginare il funnel, il famoso imbuto che ne spiega in maniera chiara ed intuitiva le principali strategie da seguire. Questa tecnica di marketing è strutturata su 4 fasi:

  • Attract: per attrarre potenziali clienti è innanzitutto necessario comprenderne le esigenze ed i comportamenti per raggiungerli con contenuti mirati ed interessanti.
  • Convert: in questa seconda fase è importante creare contatti, convincere cioè l’utente a lasciare i propri dati, almeno nome ed indirizzo mail. Per farlo una buona strategia è quella di concedere qualcosa in cambio: il 10% sul primo ordine di chi si iscrive alla newsletter è un classico esempio.
  • Close: la fase che sta più a cuore all’azienda, chiudere la vendita.
  • Delight: quest’ultima fase non va assolutamente trascurata, dopo aver ottenuto la prima vendita non dimenticarti del cliente, ricorda che è più semplice vendere ai consumatori già affezionati che attrarne di nuovi, continua a stupirli e non darli per scontati.
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